I PODISTI SI RACCONTANO
Oggi sono davanti al PC per raccontarvi la storia di uno di voi come ogni settimana, è la prima intervista del 2025. Sono stato alcuni giorni fa' nel comune di Bagno a Ripoli per incontrare l'amico Alessio.
D.Ciao Alessio oggi sono qui come ti avevo detto per telefono per parlare un pò della tua vita da podista, raccontami un pò di te.
R. Ciao Lino sono Alessio Lepore, sono uno chef di cucina, abito a Capannuccia un paesino nel comune di Bagno a Ripoli. Il mio primo sport è stato il nuoto, ho iniziato a nuotare da bambino e ho fatto agonismo fino alle fine delle scuole superiori. Successivamente sono stato a lavorare all'estero e mi allenavo come potevo, soprattutto in palestra, conciliando con il lavoro e lo studio della lingua inglese che amo tanto.
D. Come hai iniziato con il podismo.
R. Ho iniziato a correre quando sono rientrato in Italia da solo senza un obbiettivo ma in realtà non proprio solo, avevo un cane instancabile e correvo con lui 4 giri del parco di Mondeggi e sapevo che erano circa 10 km sali e scendi.
D. Con quale o quali società sei iscritto.
R. Ho conosciuto Filippo Caldarola, attuale presidente della Luivan Settignano che mi ha inserito nella società e aperto la strada nel mondo del podismo. Sono rimasto alcuni anni con loro poi per un anno con la ORST 2.0 di Massimiliano Godi che ha creduto molto in me per questo lo ringrazio ancora. Dopo uno stop dovuto ad una meniscectomia, ho ricominciato a correre con la Firenze Social Runner ASD e devo dire che anche ricco di maturità podistica mi trovo molto bene.
D. Le gare che preferisci e quelle che ti piacciono meno.
R. Sono sempre stato un 'amante delle gare collinari su asfalto e sterrato corribile, anche con molto dislivello ma non troppo lunghe massimo 15/16 km. La mia passione è stata anche la mezza maratona, che ho corso per tanti anni e spero di poter ritornare a correre la distanza. Perché tornare a correrla? Purtroppo a Maggio ho avuto un grosso problema di salute e sono fortunato che posso raccontarlo. Ho avuto un'infezione batterica, una sepsi failure shock settico, comunemente chiamata setticemia, il tutto dovuto ad un batterio molto aggressivo che mi ha prima attaccato un braccio e in poche ore l'infezione è entrata nel sangue e ha coinvolto cuore, polmoni e altri organi vitali. Sono stato in terapia intensiva dove sono riusciti a salvarmi la vita. Successivamente sono stato trasferito in medicina e lentamente ho ricominciato a prendere le funzioni vitali ma il mio corpo era stremato, ogni singolo muscolo era stato coinvolto e piano piano ho dovuto ricominciare da capo.
D. Una bruttissima esperienza senza dubbio Alessio, deve essere stato un periodo tremendo per te, come hai ripreso con il podismo.
R. Pensa non riuscivo nemmeno a stare in piedi ma in pochi mesi sono tornato in forma e adesso mi sento più forte di prima, anche se dopo quello che ho avuto, tante prospettive di vita sono cambiate e mi sono reso conto che siamo foglie al vento. Tornando al podismo devo dire che le gare che mi piacciono meno sono le maratone, io e loro non ci siamo mai amati.
D. Un tuo sogno podistico nel cassetto.
D. Mi racconti un episodio strano che ti è accaduto in una gara.
R. Ho fatto il Pace dell' 1ora e 24 minuti in tante mezze maratone in giro per la Toscana e un episodio che non dimenticherò mai è aver aiutato una forte podista che stava lottando per il personale, ma gli si sciolse una scarpa ed era disperata perché aveva le mani congelate e non riusciva a legarsele. Mi sono fermato con lei gli ho legato io la scarpa e l'ho portata a fare il personale.
D. Quanto dedichi alla settimana per gli allenamenti.
R. Mi alleno 5/6 volte a settimana ma non corro ogni giorno, da quando sono uscito dall'ospedale faccio molta preparazione muscolare in palestra e cerco di ottimizzare le sessioni di corsa il più possibile, in passato alternavo molto anche il nuoto.
D. Cosa ti senti di consigliare per chi vuole iniziare con il podismo.
R. Ai principianti che si affacciano al podismo gli suggerisco di imparare a soffrire, la corsa è uno sport duro che non ti regala niente e se vuoi raggiungere un risultato si deve lavorare tanto, senza dimenticarsi però che siamo amatori e quello che facciamo è solo per il piacere di farlo e per pura passione.
D. Cosa pensi del mondo podistico e cosa cambieresti.
R. Negli anni il podismo amatoriale è cambiato molto, con l'avvento della federazione , diciamo è diventato tutto più serioso. Si è perso quel gusto di podismo ruspante, molti podisti negli ultimi anni si prendono troppo sul serio, invece dovrebbero prendere più le cose sul serio. Mi spiego meglio, un podista amatore invece di andare alla ricerca dell'ultimo modello di scarpe ultraleggere o con la tecnologia innovativa, potrebbe investire meglio i suoi soldi documentandosi o farsi seguire da un professionista per evitare infortuni e migliorare le sue prestazioni, grazie allo sport si creano donne e uomini migliori.
D. Hai qualcuno che vuoi ringraziare.
R. Vorrei ringraziare mia Mamma, Giulio, la signorina Sabrina Amodeo che seguo da circa due anni e ogni giorno si dà un gran da fare per migliorarsi, tutto lo staff della terapia intensiva dell'OSMA, te Linauro per la disponibilità , tutto il resto è aria e polvere.
D. I tuoi programmi podistici a breve.
R. Spero che per febbraio prossimo sia in grado di correre la Mezza Maratona a Verona.
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